Ment
re un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso,
la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile,
si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo ordine irrevocabile.
Carissimi,
le parole con cui abbiamo iniziato sono tratte dal libro della Sapienza (Sap 18,14-15) e, in una versione più
breve, ricorrono all'inizio della liturgia della seconda Domenica di Natale.
Colui che è nato è il Verbo di Dio, la sua Parola onnipotente, che con energia prorompente e appassionata,
con la forza e la decisione di un guerriero che non può essere placato e distolto dal suo compito, si è lanciata
dal cielo nel mondo, dal trono regale in una terra di sterminio, per manifestare e portare a compimento
l'ordine di Dio, la sua promessa irrevocabile di salvezza.
Tutto sembra far presagire un evento mirabile, straordinario e soprattutto schiacciante, imponente.
Lo stesso si potrebbe dire dell'annuncio che l'evangelista fa a Maria: «Sarà grande e verrà chiamato Figlio
dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di
Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1, 32-33).
Anche i re magi cercano qualcuno di potente, già rivestito di un'autorità regale: «Dov'è colui che è nato, il re
dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (Mt 2,2).
E non per ultimo gli stessi pastori ricevono un tale annuncio: «oggi, nella città di Davide, è nato per voi un
Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,11).
Ma ciò che appare a tutti costoro è un neonato, non diverso da tanti altri, nato per giunta in viaggio che vede
i suoi primi giorni di vita come ospite in un umile rifugio. Ciò che vedono i pastori è un bambino normale
poveramente adagiato in una mangiatoia e quello che vedono i magi non è un bambino nato nella reggia,
non è il figlio del re.
Eppure questa è l'onnipotenza di Dio, di fatto ben lontana dalle aspettative umane.
Per compiere il suo decreto irrevocabile con tutta l'efficacia della sua onnipotenza, con il suo implacabile
slancio guerresco Dio sceglie di farsi uomo, di entrare nella nostra umanità a partire dal suo inizio, ovvero
dalla nascita, presentandosi al mondo come un bambino vero, piccolo e bisognoso di tutto.
Chi è che si accorge della nascita di Gesù e lo “vede”?
I vangeli ci parlano di pastori e magi, ovvero di poveri e ricchi, di emarginati e onorati, di ignoranti e
sapienti, di ebrei e pagani. Tutta l'umanità è racchiusa tra questi due estremi.
C'è però qualcosa che li accomuna: entrambi sono abituati a vegliare nel silenzio e nel cuore della notte;
sono capaci di cogliere segni e voci che nessun altro vede e sente; sono capaci di mettersi in cammino in
base a questi segni.
Segni di per sé non così straordinari o evidenti, perché la salvezza di Dio opera sempre dal basso per non
perdere nessuno. E in questo caso da un bambino bisognoso di tutto, figlio di una ragazza e di un carpentiere
di Nazareth, piccola cittadina di una piccola provincia sotto il dominio dell'impero romano.
Quale speranza può essere questa? Che cosa ci si può aspettare da una notizia del genere? Che significato
può avere la nascita di un bambino in uno sperduto paese di una insignificante provincia del grande impero
romano?
Eppure anche un paesino insignificante può rappresentare una risposta di speranza, di vita e di futuro a chi
cammina nelle tenebre. L'importante è riconoscerne il segno. Un segno che nonostante la piccolezza
dell'evento appare subito scomodo, quasi imbarazzante, comunque da eliminare per i potenti della terra,
comunque essi si chiamino: Erode o l'ultimo eletto di turno.
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Se guardiamo il mondo di oggi, sembra che nulla sia cambiato, la terra di sterminio è dovunque: le guerre affliggono il nostro mondo, ancora in alcune parti della terra si muore di fame, la povertà sembra un male incurabile e tutto il pianeta soffre i mutamenti che l'egoismo e la sete di ricchezza di pochi procurano, noncuranti di quell'ecosistema che solo può garantirne la vita.
Eppure la presenza operante e salvifica di Dio non è venuta meno, il suo ordine irrevocabile di salvezza risuona vivo e potente proprio lì nel silenzio profondo, nell'abisso oscuro che la mancanza di amore, di accoglienza, di comunione e condivisione umana costantemente genera.
E i segni della presenza di Dio e del suo giudizio indelebile e irrevocabile di salvezza sono presenti anche oggi, ma bisogna saperli riconoscere perchè sono piccoli, apparentemente insignificanti e, paradossalmente, costantemente scomodi.
Quanto poteva essere scomodo un bambino in fasce agli occhi di Erode? Eppure lo era, così come ancora oggi ci sono segni di bontà, di speranza, di amore che, seppure piccoli, risultano talmente scomodi ai potenti di turno che pensano bene di doversi accanire contro di essi per tentare di distruggerli.
Ma l'ordine di Dio è irrevocabile, il bimbo è nato, la storia ha cambiato il suo corso, la luce è rifulsa per coloro che camminavano nelle tenebre e la salvezza è un fatto indelebile: quel bimbo, divenuto uomo, ucciso su una croce, è il Risorto, il principio e fine di tutta la storia, primizia di quella pienezza di vita che nessun male potrà mai eliminare. Un bimbo è nato, ed è questa la nostra luce, la nostra gioia, la nostra pace più profonda che nessuna tenebra, sia anch'essa mortale, potrà mai oscurare.
Ed è questa gioia e pace che desideriamo augurare a ciascuno di voi dal profondo del nostro cuore.
Come sempre desideriamo ricordare coloro che ci hanno lasciato e che ritroveremo un giorno per godere insieme l'abbraccio di infinito amore del Padre: la nostra cara amica sister Pat, delle Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione; Bruno, papà di Marco; Massimo, marito di Susanna, papà di Umberto, Maria, Laura e Franco e fratello di Gina e Caterina; Maddalena, mamma di Gianna e Lino; Giovanni, papà di Antonio, Giusy, Gianfranco e Santina; Ida, mamma di Luciano. Piero, dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas; Albino, fratello di Ada, Umberto e M. Grazia; Gina, mamma di Pina, Aldo e Luigi; Alba, moglie di Giuseppe, mamma di Lorenzo e figlia di Ida; Marina, mamma di Alessio; Maria, mamma di Paola e Carla; Giannina, moglie di Gino e mamma di Cristina e Massimo; Costante, marito di Ida e papà di Renata, Paolo e Claudio, a lui la nostra perenne gratitudine per la sua testimonianza di fede e di vita; Rosanna, mamma di Claudio;
Silvana, mamma di Franco; Ritella, che fin dai suoi inizi è stata un sostegno per la nostra comunità; Enrica, mamma di Elisabetta e M. Luisa; Piera, mamma di Cinzia e Ascanio; il nostro vicino di casa Arnaldo, papà di Stefano e nonno di Elena, che da subito ci ha accolto con la sua bontà e la grandezza della sua semplicità.
La gioia di un bimbo che nasce ci contamina tutti e così insieme vogliamo partecipare all'annuncio della nascita di Cecilia, figlia di Chiara e Simone; Silvia, figlia di Antonella e Flavio; Azzurra, figlia di Serena e Mauro; Amelia, figlia di Silvia e Stefano; Linda, figlia di Elisa e Thomas; Giulio, figlio di Marta e Pietro;
Daniel, figlio di Sara e Stefano; Elia, figlio di Eugenia e Luca; Pietro, figlio di Irene e Mattia; Davide, figlio di Marzia e Roberto; Carlo, figlio di Giulia e Luca; Agnese, figlia di Laura e Pietro.
A tutti voi un luminoso e sereno Natale da parte nostra-